PROGETTO IN CORSO
WIR TREFFEN UNS AM SCHLUSS - CI RITROVIAMO ALLA FINE
MUSICA DA UN LAGER ITALIANO
KURT SONNENFELD (1921-1997) LA PRIGIONIA E LA MUSICA NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI FERRAMONTI DI TARSIA IN CALABRIA
a cura di Raffaele Deluca
Nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, in Calabria, si faceva musica. Una espressione trascritta nei documenti del tempo e pronunciata con intesa di sguardi dai musicisti internati, un istante prima della nota d’attacco di esecuzioni musicali pubbliche organizzate all’interno del Lager, è la frase: ci ritroviamo alla fine (Wir treffen uns am Schluss). Mancavano le condizioni per le prove di insieme, gli strumenti musicali erano pochi e difficilmente reperibili, le voci dei cantanti angosciate dalle continue privazioni; ritrovarsi insieme, una volta arrivati all’accordo finale del brano, era risposta di mestiere per esorcizzare esecuzioni forse non impeccabili - per l’alta professionalità dei molti musicisti deportati a Ferramonti - ma sicuramente di stimolo per fare comunque musica e per sopportare con dignità la reclusione forzata nel campo di concentramento. Ferramonti fu il più grande campo di concentramento italiano. Tra gli oltre duemila «indesiderati» provenienti per la maggior parte da Austria e Germania e deportati in Calabria dal regime fascista, vennero detenuti affermati direttori di teatro, compositori che avevano eseguito musica in festival importanti insieme ad Arnold Schönberg e Anton Webern, cantanti, coristi, pianisti, orchestrali, musicisti jazz, klezmorim. Contestualizzato durante gli anni del secondo conflitto mondiale, il titolo scelto Wir treffen uns am Schluss - Ci ritroviamo alla fine - assume anche un altro significato, poiché racchiude la speranza certamente più autentica di tutti gli internati, quella di potersi incontrare di nuovo, da uomini liberi, al termine di una guerra tragica, che forse da quella porzione di Calabria risuonava lontana ma pur sempre devastante.