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BIBLIOTHECA MUSICA | FONDI MUSICALI | BERGAMO. SANTA MARIA MAGGIORE

BERGAMO. SANTA MARIA MAGGIORE.


La cappella musicale di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Dal 1657 al 1810
A cura di Paola Palermo e Giulia Pecis Cavagna.

Premessa

La cappella musicale della basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo ha sempre rappresentato, fin dalla sua fondazione, una delle istituzioni ecclesiastiche più prestigiose dell’Italia settentrionale. Nel corso del XVI secolo maestri di cappella furono musicisti come Gasparo de Albertis, Pietro Ponzio, Pietro Vinci, Ippolito Camaterò, mentre nel secolo successivo, si alternarono figure fondamentali come Giovanni Cavaccio, Alessandro Grandi, Tarquinio Merula, Maurizio Cazzati, Giovanni Battista Bassani, solo per citarne alcuni (senza dimenticare gli organisti Giovanni Battista Quaglia e Giovanni Legrenzi). Compositori così importanti non potevano non stimolare studi sull’istituzione musicale come quelli, ormai classici, di Gary Towne, di Alberto Colzani e, soprattutto, di Maurizio Padoan, che si sono concentrati sul XVI e sulla prima metà del XVII secolo. Molto meno frequentati dagli studi moderni sono i periodi successivi, visti eventualmente solo alla luce della figura di Johann Simon Mayr e del suo allievo Gaetano Donizetti. Allo scopo di colmare questa lacuna, abbiamo avviato la nostra ricerca nell’ormai lontano ottobre 1994, che ha permesso una puntuale ricostruzione della struttura e del funzionamento della cappella musicale attiva presso la basilica di Santa Maria Maggiore dal 1657, anno della partenza da Bergamo di Maurizio Cazzati, al 1810, quando maestro di cappella è già da qualche tempo Mayr, attraverso i documenti dell'Archivio della Misericordia Maggiore (Mia), cui dal 1449 era stato affidato il governo della basilica*

*Il frutto di tale ricerca è stato pubblicato in: Paola Palermo e Giulia Pecis Cavagna, La cappella musicale di Santa Maria Maggiore a Bergamo dal 1657 al 1810, Turnhout, Brepols, 2011, XI, 526 p. + 1 CD-ROM.

Struttura e funzionamento
In tutto il periodo considerato la cappella è formata da un numeroso organico di cantori di professione, di strumentisti e di insigni maestri di cappella, il più delle volte illustri compositori, che danno luogo alla cosiddetta «Sacra Orchestra».
A tal proposito si fa riferimento a una supplica presentata alla Misericordia Maggiore il primo settembre 1702 da Carlo Antonio Marino, violinista assunto a tempo indeterminato dal 1686 fino ai primi anni del 1700, in cui il musicista definisce la cappella musicale come insieme di «tutti li virtuosi della Sacra Orchestra».
E ancora, la parola ‘orchestra’ è presente anche in una delibera del settembre 1804, nella quale vengono indicate le condizioni contrattuali per l’elezione di un soprano o tenore, tra cui, appunto, quella di prestare servizio nella chiesa di Santa Maria Maggiore "in ogni mancanza del Corista e nell’Orchestra in occasione di mancanza del Soprano o Tenore".

I «musici condotti»
I «musici non condotti» o «non obbligati»
E’ di gran lunga migliore rispetto ai componenti dell’organico fisso il trattamento riservato ai musicisti «non condotti», o «non obbligati», suddivisi in strumentisti o «Signori Instromenti» e in cantanti o «Signori Musici» che, pur ingaggiati senza un regolare contratto d’assunzione dai deputati alla chiesa, «habbino cura, e libertà di provedere quelle voci de Musici, e quelli Sonatori per ripieni [...]» per esibirsi durante le feste principali dell’anno, fungendo da completamento all’organico effettivo. Dalle Terminazioni si apprende che i reggenti affidano ai deputati alla chiesa la facoltà di ordinare le spese ritenute necessarie a rendere maestosa la musica, momento saliente e di rilievo di ogni celebrazione. L’impegno e l’interesse è avvertito a tal punto che quando l’organico ordinario non è ritenuto sufficiente si ricorre a ingaggi di «musici forestieri», attivi presso altre chiese bergamasche o provenienti da altre città.
Dai pagamenti relativi a questi musicisti, registrati nelle Spese singolarmente, nei Giornali nel consuntivo mensile (generalmente ad aprile e settembre), nei Libri Maestri nel consuntivo annuale, si colgono le reali proporzioni dell’evento musicale in Santa Maria Maggiore, nonché l’impegno della MIA per celebrare con la dovuta solennità le ricorrenze più importanti dell’anno. In tal modo gli uffici divini delle solennità maggiori, la Settimana Santa, la Pasqua, l’Assunta e San Bartolomeo, sono accompagnati da un organico molto nutrito, e quindi da musica particolarmente maestosa, di grande richiamo per i fedeli, stimolando la loro devozione e partecipazione a tali cerimonie. Talvolta le fonti documentarie riportano note di pagamento relative ai musicisti non condotti che servono in basilica, specie in occasione di importanti festività religiose, con una precisa suddivisione in due gruppi di suonatori e cantanti: «Istrumenti sopra la Cantoria, et Musici» e «Musici Ripieni». Si potrebbe, dunque, ipotizzare l’esistenza di due gruppi musicali, il primo e più nutrito rappresentato dall’organico fisso della «Sacra Orchestra», al quale si contrappone un gruppo più piccolo e temporaneo, a sua volta suddiviso in solisti («Istrumenti sopra la Cantoria, et Musici») e ripieni («Musici Ripieni»), per intensificare i contrasti di colore e accentuare le contrapposizioni sonore. Sono momenti esecutivi in cui gli strumenti si inseriscono in modo a sé stante, in piena autonomia rispetto alle voci e anche in sostituzione ad esse, sia per concertare con le parti vocali, in funzione subalterna alle voci, sia per dare loro sostegno. Spesso si nota una notevole differenza di retribuzione tra i due gruppi di musicisti, nel senso che i solisti sono generalmente meglio pagati. In queste occasioni i reggenti non badano a spese pur di rispondere a quelle attese che una consolidata tradizione ha reso radicate nei fedeli. Una grande omogeneità emerge ponendo a confronto gli strumenti normalmente impiegati nella cappella con quelli presenti nelle occasioni straordinarie: gli strumenti, di solito, trovano corrispondenza nell’organico ordinario. Durante il 1657, però, si stabilisce il divieto di far venire musicisti temporanei senza prima aver sufficienti informazioni sulla loro qualità, e senza prima aver concordato la retribuzione, a causa della loro «immensa e insatiabile voracità»; inoltre, dopo aver prestato momentaneo servizio, devono partirsi da detto luogo. Il loro compenso non dipende soltanto dal numero di ingaggi effettuati, ma soprattutto dal valore del musico e dal tipo di impegno richiesto, che normalmente riguarda anche la vigilia della solennità in questione. Confrontando alcune liste di ingaggi di musici non condotti, avvenuti per alcune delle festività più importanti dell’anno, con l’organico fisso attivo in cappella, si può constatare che queste assunzioni temporanee, talvolta rispondono all’esigenza di coprire delle parti totalmente mancanti fra le voci e gli strumenti, compensando in tal modo gli squilibri all’interno dell’organico stabile, mentre in altre occasioni arricchiscono ulteriormente, con i raddoppi delle parti, il già ben nutrito numero di musici condotti. Nelle «notte delli Ripieni» si possono spesso riconoscere nomi di musicisti che hanno servito o che serviranno in futuro in basilica in maniera stabile. Molti musicisti non condotti chiamati a Bergamo saltuariamente per le solennità più importanti, dando la possibilità alla basilica di celebrare le principali festività dell’anno nel modo più conveniente possibile, appartengono, durante l’anno, agli organici stabili di altre chiese, all’organico del coro del Duomo, oppure alle cappelle di corte dei signori del tempo; sono proprio di questi anni, infatti, alcune note di pagamento in cui si trovano, ad esempio, le annotazioni «soprano del ducca di Savoia», «soprano del’Imperator», «contralto del Serenissimo di Mantova», oppure «soprano dell’Illustrissimo signor Barnabò Visconte». A causa della frammentarietà delle notizie documentarie riferite ai musicisti non di ruolo nella cappella, presenti soprattutto nei volumi di Spese, Giornali e Libri Maestri, non si è proceduto, come invece per quelli di ruolo, a stilare i quadri riassuntivi annuali dei ripieni. Il fatto che molti nomi siano ricorrenti nelle note spese, in occasione di questa o quella festa, fa pensare che a un certo punto si creasse un certo affiatamento tra gli stessi ripieni e gli elementi dell’organico stabile della cappella, contribuendo così alla buona riuscita delle esecuzioni vocali-strumentali. A questi viene corrisposto un compenso a seconda del numero delle funzioni alle quali sono stati chiamati a partecipare; ciò è chiaramente documentabile dalle Spese della MIA, dove figurano le singole note di pagamento, ordinate cronologicamente per tipologia di solennità, con il nome del musicista o del cantante, dello strumento suonato o del tipo di voce, e con il debito importo. I cosiddetti «forastieri» provengono da altre province italiane come Murano, Parma, Pavia, Ancona, Bologna, Roma, Milano, Venezia, Modena, Verona, Vicenza, Ferrara, Brescia, Mantova, Crema, Cremona, Napoli, Alessandria, Gubbio oppure dalla provincia di Bergamo, come Clusone, Alzano, Lovere, Brignano, Caravaggio, Palazzago, Trescore. Alcuni musicisti temporanei provengono anche da città straniere, come nel caso del tenore Giovanni Battista Annoto che proviene dalla Polonia, del soprano Sheiblperger, di origine tedesca, dell’oboista Monsù Noiè, del tenore e basso fiammingo Giovanni Battista Annoto, di un polacco padre francescano contralto. Questa apertura verso l’esterno, questa dilatazione verso orizzonti nuovi, che va al di là dei confini delimitati dalla città o dalla regione, questo aprirsi al contributo di cantori e strumentisti forestieri, se da un lato aggrava di non poco il bilancio dell’istituzione, dall’altro promuove preziosi momenti di sollecitazione, di confronto, di incontro, di esperienze diverse, insomma di vero e proprio aggiornamento, permettendo così esperienze e conoscenze da sperimentare e un intensificarsi di relazioni e contatti stimolanti nel campo dell’analisi e della verifica. Le spese che il consiglio deve sostenere per ben accogliere i musicisti provenienti da fuori sono, in genere, cospicue e riguardano soprattutto la lavanderia per lenzuola, fodere, tovaglioli, tovaglie, il pernottamento, il noleggio dei cavalli per il viaggio di andata e ritorno, e il vitto. Normalmente essi sono ospitati o nell’osteria delle Due Corone, sita in Seriate o in quella delle Tre Spade, entrambe gestite da osti della famiglia Viti. Si mostrano inoltre interessanti alcune liste di spese che la Misericordia Maggiore deve sostenere per il vitto dei musicisti «forastieri», con riferimenti alla quantità e al prezzo dei prodotti acquistati dagli osti per rifocillare i componenti l’organico della basilica. Dalle varie note di spese che riguardano l’alimentazione dei musicisti saltuari (somme che non si è ritenuto opportuno trascrivere, ma di cui si dà il riferimento del documento, segnatura e numeri di carta), si sono ricostruiti i menù preparati per il pranzo (minestra, pane, vino dolce, melone, sopressata, fegato, lesso, arrosto, pere, piccioni, salame, formaggio) e per la cena (vino, insalata, capperi, lesso, polli, finocchi, pesche, formaggio) permettendo così di individuare anche i gusti culinari di costoro. Una curiosità: spesso nelle liste appare la spesa di £.-:10 corrispondente al richiamo ‘neve’, utilizzata per mettere in fresco la frutta, rendendola così più gradevole.

Modalità di pagamento

Le festività

Le celebrazioni delle più importanti festività religiose rappresentano il momento di maggiore impegno per la cappella musicale della basilica di Santa Maria Maggiore. Durante queste occasioni la musica raggiunge toni di fasto e sontuosità, come hanno più volte ribadito nelle determinazioni i reggenti della Misericordia Maggiore, in ottemperanza a una consolidata tradizione secondo la quale lo splendore e la magnificenza della chiesa hanno un importante funzione di richiamo per i fedeli. Le festività per le quali è prevista la formazione di un organico particolarmente numeroso sono la Pasqua, il Corpus Domini, la Natività, San Bartolomeo e soprattutto la festa dell’Assunzione, considerata la più importante festa per esprimere lo splendore e la magnificenza voluta da tutti, reggenti e fedeli, essendo, tra l’altro, il «titolo di questa Chiesa di Santa Maria». Un altro periodo importante dell’anno liturgico, estremamente impegnativo per i membri della cappella, è rappresentato dai giorni della Settimana Santa che precedono la Pasqua, in cui tanto i cantanti quanto gli strumentisti sono impiegati in numerosi uffici sacri, sin dal mercoledì: «Mercordi al Matutino Giovedi alla Messa, et la Sera al Matutino Venerdi la Matina, al Messa et poi al Matutino, et Processione, domenica giorno della Resurretione di Nostro Signore al Vespro, et Martedi al Vespro». Durante il Venerdì Santo si celebra la consueta processione, alla quale partecipa il vescovo, invitato dai deputati alla chiesa; affinché tale cerimonia si svolga nel massimo ordine, vi prendono parte i soldati, prestando la loro assistenza per la quale sono ricompensati in natura. Sarebbe troppo limitativo pensare, però, che la cappella venisse impiegata solo ed esclusivamente in occasione di queste importanti solennità religiose, in quanto è evidente che il suo impegno in basilica fosse costante e in forma continuativa per tutto l’anno liturgico, anche se per le solennità “minori” si evitava il più delle volte di ricorrere a ingaggi esterni di «musici non condotti».


Il repertorio

Il bergamasco Pietro Antonio Locatelli, virtuoso del violino

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