LA CHITARRA E LA MUSICA SACRA
Piero Bonaguri
Conservatorio "G. B. Martini" Bologna
Premessa
Il presente contributo ha lo scopo prevalente di indicare alcune possibili scelte di repertorio per un utilizzo della chitarra nell'ambito della musica sacra ed anche, a volte, liturgica in senso stretto.
Per questo farò riferimento ad esperienze da me fatte, a musiche di cui sono venuto a conoscenza e ad altre che ho appositamente commissionato. Questo testo nasce quindi da una esperienza particolare, e per questo non può essere esaustivo; ma - per lo stesso motivo - può fornire indicazioni pratiche e sperimentate sul campo.
Particolare di un angelo che suona il liuto con una penna d'aquila - Affresco sulla volta della Cattedrale di Valencia.
Nelle raccolte di musica per liuto rinascimentale e vihuela spicca la presenza di numerosi brani di musica sacra e liturgica, soprattutto trascrizioni dalla polifonia vocale. Con la sola eccezione di Luys Milàn (di cui conosco solo il riferimento ad un Benedicamus gregoriano nel tema della Fantasia XXXVIII) si può dire che in tutte le rimanenti raccolte conosciute dei vihuelisti spagnoli la musica sacra è presente, e globalmente in tale quantità da escludere un interesse casuale - è molto probabile che ci fosse una consuetudine all'uso di questo strumento, come qualche fonte riporta, come sostituto dell'organo almeno nelle piccole Cappelle di corte e nella devozione privata (per non dire che uno dei vihuelisti piú famosi, Alonso Mudarra, era canonico nella cattedrale di Siviglia).
Tra le cose che più mi hanno sorpreso, in questo senso, ci sono le sette Messe intere di Josquìn Des Prez trascritte per vihuela da Diego Pisador, la Completas de Quaresma (Compiete quaresimali) che si trova nel libro di Venegas de Henestrosa, le numerose "Glosas" che Mudarra interpola ai pezzi sacri di Josquìn e Fevin da lui trascritti per vihuela.
Se si pensa che tutta la musica per vihuela e praticamente tutta quella per liuto rinascimentale a sei cori è eseguibile sulla chitarra moderna, il repertorio di musica sacra disponibile ai chitarristi, solo per quanto riguarda il secolo sedicesimo, è vastissimo. Non dico che tutta questa musica sia eseguibile oggi in contesto strettamente liturgico (sull'utilizzo liturgico della chitarra mi permetterò una considerazione conclusiva), ma, all'interno di concerti di musica sacra, momenti di meditazione musicale(come quello al quale ebbi l’onore di suonare a Roma alla presenza dell’allora Cardinal Ratzinger), eccetera, certamente sì. Nel caso di autori come Mudarra, Narvàez, Fuenllana, Tomàs De Sancta Maria, Cabezòn, poi, la stessa atmosfera dei pezzi sacri si respira anche in tante loro opere di musica strumentale "pura". Anticipando un po' quello che dirò alla fine, il "clima spirituale", di tante Fantasie e Tientos di questi autori li rende a mio avviso pienamente proponibili come brani di musica sacra (mentre, per lo stesso motivo, tanti brani di Francesco da Milano, John Dowland e Luys Milàn, pure di altissimo livello artistico, non hanno questa caratteristica. Francesco da Milano, però, trascrisse brani di polifonia vocale sacra - le sue opere per liuto sono pubblicate da Suvini Zerboni a cura di Ruggero Chiesa).
Alcuni pezzi sacri tratti dalla famosa raccolta "Cancionero de Palacio" possono essere riproposti, seguendo la prassi dell'epoca, riassumendo alla chitarra la polifonia vocale ed accompagnando un cantante o un coro, come é stato fatto nel caso dei bellissimi villancicos "Niño Dios" di Francisco Guerrero e "A Quien Debo yo Llamar" di Juan Del Encina.
Attingendo abbondantemente anche alle raccolte presenti nella biblioteca del Conservatorio di Bologna (in particolare quelle preziosissime del Centro Español de Musicologia) ho studiato ed utilizzato in particolare alcuni dei citati brani per vihuela, quali, ad esempio:
Luys de Narvàez: Diferencias sull'inno gregoriano "O Gloriosa Domina” e sull’Inno “Sacris Solemnis”, ”Cum Sancto Spiritu” dalla Messa della Fuga di Josquìn, Sanctus e Hosanna dalla Messa "Faisant Regretz" e dalla Messa “Hercules Dux Ferrariae”di Josquìn.
Adrian Willaert (Mudarra): Pater Noster (per voce e vihuela)
Antonio de Cabezón: Inno “Ut Queant Laxis”.
Alonso Mudarra: Tientos, Fantasia del Primer Tono (per chitarra a quattro cori), Glosa sobre un Kyrie Postrero de una Misa de Josquìn, Canciòn “Recuerda Alma Dormida”.
Miguel de Fuenllana: Tientos e Fantasie
Tomás de Sancta Marìa: Fantasia N°1 (Ed. Josè de Azpiazu, Union Musical Española)
Come dicevo, l'elenco sarebbe sterminato: mi piace concludere citando ancora la raccolta di Salmi di Pierre Certon trascritti per voce e liuto da Guillaume Morlaye (pubblicata dal CNRS, Parigi 1967), i 4 pezzi sacri di Thomas Robinson editi da Narciso Yepes per Schott e soprattutto le trascrizioni d’epoca per liuto solo di pezzi di Tomàs Luis de Victoria, anonime e del liutista Adrian Denss, pubblicate in Spagna dalla Caja de Ahorros de Avila nel 2001.
Pierre Fournier, André Segovia e Piero Bonaguri.
Cambiando periodo storico, vorrei citare anzitutto alcune trascrizioni di musica barocca fatte da Andrés Segovia e pubblicate quasi tutte dalla Schott. Il grande maestro non si occupò particolarmente di musica sacra, ma certo alcune sue trascrizioni di pezzi di Frescobaldi, Haendel (Aria, Sarabanda - dai Pezzi di Aylesford), Sylvius Lepopold Weiss (Tombeau), Johann Kuhnau, e naturalmente Johann Sebastian Bach (Preludio e Fuga BWV 998, Preludio e Sarabanda BWV 997, Sarabanda BWV 996) sono pienamente utilizzabili (oltre certo ad altre pagine di Bach ed altri autori, non trascritte da Segovia) come pezzi sacri, almeno in senso lato. Una menzione particolare merita la famosa Ciaccona dalla seconda partita per violino, con i suoi nessi “segreti” con i corali luterani evidenziati dalla studiosa Helga Thoene. Segnalo anche le bellissime Arie per canto e basso continuo tratte dallo Schemelli's Gesangbuch; il continuo è realizzabile da uno strumento come la chitarra (la cui estensione, tra l'altro, coincide con quella del coro).
Evidentemente la realizzazione del continuo alla chitarra aprirebbe un ulteriore, vastissimo campo di ricerca. Ricordo di avere realizzato per chitarra il continuo dello straordinario "Dulcis Christe" per due voci femminili del compositore milanese Michelangelo Grancini (1605-1669).
Per quanto riguarda la musica classico-romantica il campo si restringe molto, ma trovo utilizzabili alcuni studi di Fernando Sor, evidentemente memori della sua formazione musicale avvenuta nel monastero di Montserrat. Tra questi almeno quattro dalla famosa raccolta curata da Segovia (il primo, il quinto, l'ottavo, il diciannovesimo) ed altri studi anche più semplici, come quello in si minore Op. 31 n.4 e quello in mi maggiore, Op. 31 N. 23 - il mozartiano "Mouvement de prière religieuse". Parlando di Mozart non posso non citare il famoso Adagio per Glasharmonika, che ho trascritto ed utilizzato in diverse occasioni, anche in chiesa (è un bellissimo "postcommunio"). Per la verità ho trascritto anche la parte corale del famosissimo “Ave Verum”, che ho tratto dal celebre manuale per armonio di Bungart edito dalla S.A.T di Verona. Sono utilizzabili anche i pezzi di César Franck trascritti da Segovia (Schott).
Le edizioni americane Mel Bay si sono dimostrate sensibili, forse a causa di una pratica abbastanza diffusa negli Stati Uniti, al repertorio di musica sacra per e con chitarra, pubblicando antologie di musiche che possano essere usate anche in chiesa. Tra queste segnalo una raccolta di Corali di Bach trascritti da Bill Purse, mentre la raccolta di inni curata da Gerard Garno "Hymns & Sacred Melodies for Guitar" (Mel Bay, 1990) mi sembra utilizzabile solo in parte, almeno in ambito strettamente liturgico, così come le due raccolte curate dal virtuoso Cristopher Parkening, sempre per via di quel difficilmente definibile "clima" che pure rimane a mio parere una discriminante assolutamente imprescindibile, come dirò alla fine.
Un ulteriore campo di ricerca è costituito dal repertorio di origine popolare come, ad esempio,le Cantigas de Sancta Maria (di cui esiste una sobria ed efficace versione per chitarra, purtroppo inedita, di Narciso Yepes) o alcuni canti della tradizione medioevale francese; li ho reperiti e trascritti, con il bellissimo accompagnamento di cui ignoro l’autore, in un curioso disco nato nell'ambito del movimento creato da Lanza del Vasto (alcuni titoli: "Ma Viéle", "Mere Au Sauveur", "Chanson de Mai"). La mia trascrizione della versione discografica di "Ma Viéle" (di Gautier de Coincy) è pubblicata nel volume "Canti. Repertorio Per Annum" edito dalla Cooperativa Nuovo Mondo, Milano. Esiste una bella versione per voce e chitarra di alcuni "Spiritual" di William Grant Still e di alcuni canti della tradizione sefardita. Anche il chitarrista Laurindo Almeida ha effettuato interessanti arrangiamenti di canti sacri.
Qui comiciamo a vedere anche l'apporto di compositori dei nostri giorni: Due Cantigas de Sancta Maria furono arrangiate per chitarra sola (con il titolo di Canciòn y Danza) dal grande Federico Mompou e riscoperte e pubblicate da Angelo Gilardino nella "Andrés Segovia Collection" (Bèrben, Ancona), mentre io stesso ho chiesto al compositore milanese Roberto Andreoni di approntarmi gli accompagnamenti ad alcune Laudi e Cantigas, che ho poi inciso con Guya Valmaggi in un cd pubblicato da Rugginenti.
El Heraldo - 16 ottobre 1942
Non si può, poi, non citare il meraviglioso lavoro svolto da Vicente Emilio Sojo (grande compositore e padre della moderna scuola di composizione venezuelana) di armonizzazione per voce e piano di una grande quantità di canti popolari venezuelani, molti dei quali sacri - in particolare i freschi Aguinaldos, canti popolari natalizi. Conobbi questi canti attraverso la trascrizione per chitarra sola fatta da Alirio Diaz, che li trasformava in bellissimi pezzi da concerto. In realtà Alirio Diaz aveva trascritto molto fedelmente gli accompagnamenti pianistici, scritti generalmente in contrappunto tre voci una delle quali raddoppia il canto. Lo stesso Maestro Diaz, rispondendo ad una mia richiesta, mi fornì le edizioni originali delle armonizzazioni di Sojo, dalle quali ricavai la parte del canto con il testo, il ché mi permise di proporre questi canti nella versione per canto e chitarra (seppi che anche Diaz lo aveva fatto in un disco pubblicato in Venezuela).
Si tratta di un repertorio di eccezionale valore, in cui la grazia e spontaneità delle melodie e la semplice profondità dei bellissimi testi si fonde con la raffinata ma rispettosa armonizzazione di Sojo.
Le versioni solistiche di Alirio Diaz sono state pubblicate da Broekmans & Van Poppel (Amsterdam) e da Zanibon (Padova). Io stesso ho trascritto altri canti dalle raccolte fornitemi da Alirio Diaz.
Tra questi bellissimi canti vorrei citare almeno "Niño Lindo", "Estrella Del Mar", "Cantico" ("Como Busca el Tierno Infante"), "Salve" (tra quelli trascritti e pubblicati da Alirio Diaz) e "Salve Reina del Cielo", "Purísima", "Sois la Prometida" tra quelli che ho trascritto io. Quando gli dissi che uno di questi canti era stato eseguito all'inizio de pellegrinaggio Macerata - Loreto, davanti a 40.000 persone, il Maestro commentò: "mai un pezzo venezuelano ha avuto tanto pubblico...".
Con la stessa tecnica è possibile sovrapporre alla bellissima armonizzazione fatta da Miguel Llobet del canto catalano "El Noy de la Mare" il canto originale, il cui testo è di argomento natalizio. Un pezzo che mi sembra utilizzabile in ambito sacro, anche se nato come opera da concerto, è la Canciòn, da "Canciòn Y Danza N. 1” di Antonio Ruiz Pipò. Alirio Diaz mi suggerì il "Villancico de Navidad" di A. Barrios...e perché non il suo "Medallòn Antiguo"? E' un campo da esplorare...
Venendo agli autori d'oggi ai quali ho chiesto di scrivere pezzi sacri, o comunque eseguibili in chiesa, posso citare un suggestivo corpus di composizioni che elenco brevemente ed in modo non esaustivo (alcuni pezzi sono pubblicati nella collana di musica contemporanea che curo per Ut Orpheus, Bologna):
"Messa" del compianto Angelo Paccagnini.
In questa composizione inedita per chitarra sola il compositore adotta una rigorosa tecnica dodecafonica. Dopo la scomparsa di Paccagnini ho ricevuto da Riccardo Sinigaglia una versione per chitarra e coro del pezzo, dove inaspettatamente alla parte chitarristica Paccagnini ha sovrapposto una parte corale omofonica e modaleggiante.
"Versus" di Umberto Bombardelli, pubblicato da Rugginenti.
"Sette Salmi" per coro e chitarra di Gilberto Cappelli (Ricordi).
Di almeno due di essi esiste una versione originale per chitarra sola. Sono nati dalla idea di far cantare una breve melodia composta di sole tre note (re, la, fa) sul testo del Salmo XXVIII ad un coro composto da un gruppo di amici non musicisti, mentre la chitarra accompagnava in modo "professionale" con accordi dissonanti. Il pezzo si è poi sviluppato, da questo spunto iniziale, fino a diventare un brano per coro a quattro voci e chitarra che costituisce il primo dei "Sette Salmi". Lo eseguii a Forlì in occasione di una delle edizioni della "Messa dell'Artista" con il coro diretto da Egidio Giorgioni. Cappelli mi ha scritto altri piccoli pezzi per chitarra sola, inediti, in occasione del battesimo dei suoi figli e per il matrimonio di un’amica.
"Kyrie" di Roberto Tagliamacco, del quale lo stesso compositore fornisce di seguito una descrizione.
"Missa" e "Victimae" di Gian Paolo Luppi (Ut Orpheus).
Anche Luppi, come altri autori, ha fornito un breve testo introduttivo che riporto in appendice.
"Frammento D" di Pippo Molino, che si può accostare a "Frammento C"
(i due Frammenti sono pubblicati insieme da Curci, con cd allegato da me inciso) ed all'inedito "Frammento F". Gli ultimi due brani, pur non essendo nati esplicitamente come pezzi di musica sacra, per affinità spirituale possono essere eseguiti in concerti di musica sacra.
Sequenza, su "Victimae Paschali Laudes", di Biancamaria Furgeri.
Più recente una serie di cinque brani del compositore torinese Franco Cavallone, “Suite Mistica”, anche questa scritta sulla sequenza pasquale.
Due autori si sono dimostrati particolarmente prolifici nella creazione di musica sacra per chitarra: Paolo Ugoletti ed Alessandro Spazzoli.
Di Paolo Ugoletti segnalo: "Winter Ground", "Corale", "Anthem", "Anthem Secondo", "Fuga", "Quasi Modo" e l'armonizzazione per voce e chitarra del canto irlandese "I Wonder". “Fuga” e “Quasi Modo” sono editi da Ut Orpheus.
Di Alessandro Spazzoli: "Corale", "Ave Speranza Nostra", "Nunc Dimittis", "Gloria", "Preludio Corale", "Sarabanda all'Alba". I primi tre pezzi sono pubblicati da Ut Orpheus. Spazzoli ha poi composto un "Memorare" per coro e chitarra ed una Messa per coro, archi e chitarra.
Marco Gemmani, compositore riminese direttore della Cappella Marciana di Venezia, ha scritto un "Sanctus" e due Madrigali Spirituali per chitarra sola.
Il compositore milanese Davide Anzaghi, presidente della SIMC, ha annunciato la composizione di un pezzo solistico per questo mio progetto di musica sacra che continua a svilupparsi.
Sono confortato da questi esempi nell'affermare che l'uso della chitarra nella musica sacra e perfino liturgica è giustificato non solo dalla bellezza intrinseca del suono dello strumento, ma anche da un repertorio ed una tradizione di impiego di strumenti similari. Gli esempi citati tratti dal canto popolare mi confortano nella convinzione che il problema non sia tanto quello del "genere musicale", ma piuttosto della necessaria appropriatezza espressiva, che richiede da parte di compositori ed interpreti una comunione con lo spirito e la tradizione della musica sacra e liturgica. E', a mio parere (ancora una volta) un problema di "educazione", di senso della tradizione, di “simpatia” richiesta all’interprete, come già Stravinsky osservava nella sua "Poetica della Musica" riguardo alle vicende della musica in quanto tale.
Un amico osservava argutamente, sorprendendo un retaggio non del tutto scomparso di questa educazione e tradizione, che in chiesa nessuno fuma, anche se non ci sono appesi i cartelli "vietato fumare".
Ma già per l'uso del telefono cellulare in chiesa(e nonostante la presenza dei cartelli) la situazione è oggi un po' diversa - per non dire di altre forme di comportamento inappropriato difficilmente sanabili solo attraverso una pur necessaria normativa, e che sarebbero facilmente corrette da una coscienza educata al senso del sacro, della fede e della liturgia.
Credo che la pratica della musica in chiesa, compreso l'utilizzo in essa della chitarra, sia in fondo riconducibile a questo problema "educativo".
Interventi dei compositori (pdf)
Piero Bonaguri
www.bonaguri.com